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Curriculum - Prof.ssa Caterina IANNINI

Curriculum

Caterina Iannini

Università degli Studi del Molise – Di.S.T.A.A.M.

I-86100 Campobasso - via de Sanctis s.n.c.

tel. 0874 404 873 - fax. 0874 404 652

E.mail: iannini@unimol.it

 Curriculum vitae atque studiorum

 A. ATTUALE POSIZIONE E FORMAZIONE

 Professore Associato di Arboricoltura Generale e Speciale e Coltivazioni Arboree (SSD AGR/03) presso la Facoltàdi Agraria dell'Università del Molise dal 1 novembre 2002.

  • Dal 1 settembre 1996 al 31 ottobre 2002 è stata in servizio come Ricercatore nel Settore Scientifico Disciplinare AGR/03 presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II.
  • Nel 1997 haconseguito il titolo di Dottore di Ricerca presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II discutendo la tesi in Differenti approcci per la trasformazione in Vitis vinifera L. Agrobacterium-mediata.
  • Nel 1993 haconseguito il diploma di Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo.
  • Nel 1991 ha conseguito la laurea in Scienze Agrarie presso l’università degli Studi di Padova discutendo una tesi dal titolo: Influenza dell’innesto e del portinnesto sul metabolismo foto sintetico  e azotato in foglie di vite.

B. DIDATTICA

 B.1. Insegnamento nei corsi di laurea presso l’Università del Molise

 Attività per l’anno accademico 2009-2010

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Agrarie,  ordinamento didattico D.M. 270 :

Arboricoltura                   (Laurea: 6 CFU = 60 ore)

Coltivazioni Arboree      (L. Magistrale: 8 CFU = 80 ore)

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Alimentari,  ordinamento didattico D.M. 270:

Viticolturae Olivicoltura       (L. Magistrale: 3 CFU = 30 ore)

 

  • Attività per l’anno accademico 2008-2009

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Agrarie, ordinamento didattico D.M. 270 :

Arboricoltura                   (Laurea: 6 CFU = 60 ore)

Coltivazioni Arboree      (L. Magistrale: 8 CFU = 80 ore)

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Agrarie, ordinamento didattico D.M. 509 :

Arboricoltura speciale    (2° livello:4 CFU = 40 ore)

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Alimentari,ordinamento didattico D.M. 509:

Viticoltura                       (1° livello:2 CFU = 16 ore)

 

  • Attività  per gli anni accademici dal 2005 al 2008

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Agrarie, ordinamento didattico D.M. 509:

Arboricoltura generale    (1° livello:5 CFU = 48 ore)

Arboricoltura speciale    (2° livello:4 CFU = 40 ore)

Viticoltura e Olivicoltura(2° livello:4 CFU = 32 ore)

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Alimentari, ordinamento didattico D.M. 509:

Produzioni frutticole      (1° livello:2 CFU = 16 ore)

Viticoltura                       (1° livello:2 CFU = 16 ore)

Coltivazioni arboree       (2° livello:2 CFU = 16 ore)

 Attività  per l’anno accademico 2004-2005

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Agrarie, ordinamento didattico D.M. 509:

Arboricoltura generale    (1° livello:4 CFU = 40 ore)

Tecniche vivaistiche        (1° livello:1 CFU =   8 ore)

Arboricoltura speciale    (2° livello:4 CFU = 40 ore)

Viticoltura e Olivicoltura(2° livello:4 CFU = 32 ore)

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Alimentari, ordinamento didattico D.M. 509:

Produzioni frutticole      (1° livello:2 CFU = 16 ore)

Viticoltura                       (1° livello:2 CFU = 16 ore)

Coltivazioni arboree       (2° livello:2 CFU = 16 ore)

 Attività  per l’anno accademico 2003-2004

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Agrarie, ordinamento didattico D.M. 509:

Arboricoltura generale e speciale      (1° livello:4 CFU = 40 ore)

Tecniche vivaistiche                            (1° livello:1 CFU =   8 ore)

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Alimentari, ordinamento didattico D.M. 509:

Produzioni frutticole      (1° livello:2 CFU = 16 ore)

Viticoltura                       (1° livello:2 CFU = 16 ore)

Coltivazioni arboree       (2° livello:2 CFU = 16 ore)

 Attività  per l’anno accademico 2002-2003

Corso di Laurea inScienze e Tecnologie Agrarie, ordinamento didattico D.M. 509: 

Arboricoltura generale e speciale      (1° livello:4 CFU = 40 ore)

Tecniche vivaistiche                            (1° livello:1 CFU =   8 ore)

Corso di Laurea inScienze Agrarie Laurea quinquennale:

Coltivazioni arboree                           (annuale = 80 ore).

 

B.2. Insegnamento nei corsi di laurea, post-laurea e nei diplomi universitari in altre sedi
  • A.a.2008-2009 - Università degli Studi di Napoli Federico II - Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia:

Viticoltura Speciale - per complessive ore 40.

  • A.a.2004-2005 e2005-2006 - Università degli Studi della Basilicata- Master di II livello in Viticoltura ed Enologia:

Impianto, potatura e forme di allevamento - per complessive ore 24.

  • A.a.2003-2004 - Università degli Studi del Sannio- Corso di alta formazione V.I.R. cod. MIUR 5225/60 “Vinificazione, innovazione, ricerca”:

Tecniche agricole avanzate - per complessive ore 6.       

  • A.a.1999-2000, 2000-2001 e2001-2002 - Università degli Studi di Napoli Federico II- Diploma Universitario in Produzioni Frutticole:

Frutticoltura e valutazione della qualità nelle produzioni frutticole- per complessive ore 80

 
B.3. Attività di tutoraggio

§Tutor per il Dottorato di Ricerca in Biotecnologie degli Alimenti dell’Università del Molise.

  • Tutor al Master di II livello in Viticoltura ed Enologiapresso l’Università della Basilicata.
  • Relatore di 8 tesi di Laurea, di 8 tesi di Laurea in svolgimento, correlatore in 3 tesi di Laurea presso l’Università del Molise.
  • Tutor per tirocini presso l’Università del Molise.

 

B.4. Docenze in corsi per funzionari regionali e operatori
  • 2009– Regione Campania – PSR Campania 2007/2013, misura 111 – Sostenibilità Ambientale e Sicurezza Alimentare: Corso di Enologia e Viticoltura di Qualità, incarico di docenza per:

- Gestione della chioma – per complessive ore 6;

- Sistemi di potatura – per complessive ore 3;

- Interazione suolo-pianta – per complessive ore 3.

  • 2007– Comunità Montana Alto Sinni - Master Alta Formazione per Esperto dell’Innovazione e del Rinnovamento Tecnologico nell’Agroalimentare e nell’Agroindustria, incarico di docenza in:

- Razionalizzazione delle tecniche di gestione di impianti frutticoli per l’ottimizzazione dell’uso delle risorse ed il rispetto dell’ambiente – per complessive ore 8;

- Risorse genetiche e gestione razionale del frutteto per l’ottimizzazione della qualità in funzione dell’obiettivo produttivo – per complessive ore 8.

  • 2006 – Regione Molise - Corso di aggiornamento in Produzione e commercializzazione del miele: Impollinazione entomofila e qualità delle produzioni frutticole  -per complessive ore 5.
  • 2005- Regione Campania, DRD 450/03 - Programma di miglioramento qualitativo dei vini campani. incarico di docenza in:

- Impianto e gestione della chioma per la produzione di uve a diverso potenziale enologico - per complessive ore 7.

  • 2005- Programma Leader Plus Regione Molise – Piano di Sviluppo Locale “Un Nuovo Inizio nella Qualità” – Gruppo di Azione Locale “Innova Plus SrL”, corso di Formazione rivolto agli operatori impegnati nelle produzioni biologiche, ecocompatibili e di elevata qualità:

- Tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari – per complessive ore 30.

  • 2005- Regione Molise - Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura - Corso per assaggiatori di olio di oliva:

- Coltivazione dell’olivo in riferimento alla qualità delle olive - per complessive ore 4.

  • 2004- Regione Campania, DGR 6484/02 e 1765/03 - Piano di formazione ed aggiornamento per funzionari e tecnici - Corso di Viticoltura: Innovazione tecnologica e normativa, incariso di docenza in:

- Impianto e gestione della chioma di vite per ottenere uve ad elevato pregio enologico - per complessive ore 10.

  • 2004- Regione Campania, DGR 3526/03 - POR Campania 2000/06 – Mis. 4.16:

- Gestione della chioma e potenziale enologico delle uve – per complessive ore 3 in data 10/12/04; - - Gestione della chioma e qualità delle olive – per complessive ore 3.

 

 

C. RICERCA

L'attività scientifica ha coperto numerosi temi di ricerca inerenti le piante arboree (trasformazione genetica su vite, analisi con tecniche innovative del germoplasma in aree specifiche, fisiologia e analisi del comportamento vegeto produttivo ed ecofisiologico delle specie arboree) finalizzati all'analisi dei fattori che influenzano la qualità delle produzioni.

 

 

C.1. Studio della gestione in verde del vigneto

Interventi di cimatura, defogliazione, diradamento sono trattamenti la cui epoca ed intensità di applicazione è strettamente dipendente dal vitigno, dall'ambiente di coltivazione e dalla loro interazione; la loro applicazione razionale consente di ridurre gli interventi colturali ottenendo una produttività più regolare e di massimizzare la produzione di uve di migliore qualità. Pertanto tale studio è stato organizzato per valutare l'opportunità di determinati interventi in verde, per individuare il momento opportuno di applicazione e l'intensità del trattamento. In particolare l’obiettivo era l’approfondimento delle risposte produttive e qualitative dei vitigni Montepulciano, Merlot e Tintilia alle condizioni climatiche e pedologiche che caratterizzano l’areale di coltivazione, per la valutazione della vocazione viticola di tale zona a D.O.C. del Molise. Sul vitigno Falanghina, a Torrecuso, sono anche in corso prove comparative di cimatura (drastica e leggera), sempre con lo scopo di individuare i criteri per massimizzare l’efficienza della chioma.

 

C.2.Studio preliminare di zonazione viticola del basso Molise

Questa attività ha richiesto uno approccio interdisciplinare per consentire la valutazione della vocazionalità ambientale come risposta all’interazione vitigno x ambiente, misurabile dall’ampiezza delle prestazioni vegeto-produttive e qualitative del genotipo. Alcuni vitigni presentano una bassa variabilità nelle risposte produttive e qualitative tra ambienti diversi, caratteristica auspicabile in ambienti climaticamente o pedologicamente sfavorevoli, ma certamente poco vantaggiosa in ambienti ottimizzati, in quanto motivo di bassa capacità di reazione in termini di miglioramento della produzione e della qualità, dove le scelte di adattamento appaiono corrette.

Pertanto sono state compiute osservazioni in tre aziende site in Campomarino, da cui sono emerse differenze nel comportamento vegeto-produttivo e qualitativo del vitigno Montepulciano in parte da attribuire alle caratteristiche del suolo ed in parte dovute alla diversa gestione dei vigneti (carico di gemme, sistema di potatura, conduzione, ecc.) che sono da approfondire con ulteriori indagini.

 

C.3.Caratterizzazione del comportamento vegeto-produttivo di vitigni storici campani e molisani (Falanghina, Aglianico, Coda di Volpe, Piedirosso, Fiano,  Greco, Tintilia)

Quest’attività ha richiesto, in primo luogo, l’organizzazione dei siti di sperimentazione, avvenuta in aziende private che hanno messo a disposizione porzioni di impianto nelle quali si è provveduto a impostare le diverse tesi, gestendo in modo idoneo e controllato le operazioni di potatura invernale, e consentendo così, dalla campagna 2003/2004 in alcuni casi e da quella 2004/2005 in altri, di avere condizioni accettabili di sperimentazione. Complessivamente sono stati organizzati 4 siti di sperimentazione: Ponte (BN) per i vitigni Aglianico, Piedirosso, Coda di Volpe; Torrecuso (BN) per la Falanghina; Acquaviva del Colle (CB) per la Tintilia; Portocannone (CB) per la Falanghina. Neivigneti dell’Azienda Terredora di Montefusco (AV) sono state effettuate osservazioni del comportamento vegeto-produttivo su Aglianico, Fiano e Greco.

 

Tutti i vitigni oggetto di studio sono sotto osservazione per approfondirne la conoscenza riguardo al loro comportamento vegeto produttivo e qualitativo. Sui vitigni Aglianico, Falanghina e Tintilia sono in corso prove di confronto fra diversi sistemi di potatura (lunga e corta) finalizzata alla valutazione delle migliori scelte colturali, al fine di ottimizzare la performance produttiva in termini qualitativi e quantitativi.

 

C.4.Analisi critica delle tecniche di coltivazione della vite in Campania al fine di controllare i costi di produzione.

Quest’attività è stata svolta il collaborazione con il Dipartimento di economia e politica agraria (DEPA) dell’Università Federico II di Napoli. La sottoscritta ha contribuito alla ricerca analizzando le tecniche produttive rilevate dai ricercatori del DEPA al fine di suggerire possibili aggiustamenti delle stesse, finalizzati alla riduzione dei costi di produzione o al miglioramento del potenziale enologico della produzione.

 

Questa attività è documentata da due lavori specifici sulla coltivazione della vite sull’Isola d’Ischia, un lavoro specifico sulla coltivazione della Falanghina in area beneventana e un lavoro di carattere generale su tutta la Campania. Leanalisi svolte hanno messo in evidenza la bassa remunerazione della coltura della vite in Campania ma hanno anche individuato importanti margini di contenimento dei costi e di miglioramento della qualità, attraverso miglioramenti della tecnica colturale.

 

C.5. Ruolo di metaboliti primari e secondari nella diversa suscettibilità varietale di Vitis vinifera L. alla tignoletta ed alla tignola della vite e loro utilizzazione per un controllo ecocompatibile.

L’attività di ricerca ha interessato i meccanismi riguardanti il contatto, l’accettazione o il rifiuto della pianta ospite (la vite) da parte di adulti e larve di tignole e degli aspetti nutrizionali dello sviluppo larvale. Lo studio può fornire informazioni sui composti volatili della pianta ospite che hanno un ruolo nella localizzazione a distanza di diverse varietà di vite da parte degli insetti.

In via preliminare sono state scelte alcune varietà di vite tipiche del panorama viticolo italiano, e particolarmente diffuse nel Molise, Toscana e Trentino ove erano localizzate le unità di ricerca che da personali osservazioni e da fonti bibliografiche risultavano avere una diversa e scalare suscettibilità agli attacchi delle tignole (es. cv Merlot, Trebbiano e Lambrusco a bassa suscettibilità, cv Sangiovese e Chardonnay ad elevata suscettibilità). Le estrazioni dei metaboliti primari e secondari ed i biosaggi di comportamento sono stati effettuati in parte direttamente in campo ed in parte su piante allevate in ambiente omogeneo per avere a disposizione in tempi diversi gli organi vegetali studiati durante tutte le fasi vegetative delle varietà prese in considerazione.

 

C.6.Caratterizzazione di cultivar minori di melo: risposta per due differenti portinnesti; analisi qualitativa dei frutti nel corso della loro maturazione e conservazione; attitudine alla trasformazione in prodotti di IV gamma.

Questa attività ha affrontato la caratterizzazione di tre cultivar di melo che rappresentano un patrimonio genetico storico meridionale molto interessante e pertanto meritevole di valorizzazione. Sono state osservate: l’Annurca, mela rossa allevata per le spiccate caratteristiche della polpa;  la Limoncella, antica varietà locale che rischia la scomparsa per la sua sostituzione con varietà più produttive; la Zitella, cultivar a diffusione molto limitata, con caratteristiche organolettiche peculiari. Queste varietà sono state messe a confronto con la Golden Deliciousin quanto rappresenta la cultivar più diffusa per la melicoltura italiana.. Questa attività ha affrontato anche lo studio delle relazioni tra source e sink nell’ambito delle strutture produttive principali del melo, le lamburde, ed i principali parametri fisico-chimici dei frutti. Il diradamento differenziato dei frutti ha consentito la valutazione di questa pratica colturale sul rapporto fra foglie e frutti quale indice di qualità delle mele.

 

E’ stata investigata l’evoluzione dei principali indici qualitativi dei frutti nel corso dellamaturazione e le risposte qualitative delle mele durante la conservazione per diversi mesi. Inoltre, sono state osservate le risposte vegeto-produttive e i risultati qualitativi delle produzioni di Golden Delicious, Annurca, Limoncella e Zitella innestate su due differenti portinnesti: M9 e M26. Tale studio ha consentito la valutazione della giusta combinazione tra varietà x portinnesto x ambiente per migliorare l’efficienza del frutteto e massimizzare, non solo la resa produttiva, ma soprattutto la qualità delle produzioni.

 

E’ stato inoltre affrontato uno studio interdisciplinare sulle cultivar di melo sovracitate, infatti sono state effettuate analisi per la determinazione dell’attività delle polifenolossidasi su campioni distinti di polpa e di buccia. Analogamente ad altri frutti, anche per la mela esiste una variabilità dell’attività nelle diverse cultivar, tuttavia, esiste una tendenza generale dell’attività di PPO a diminuire durante la maturazione.Al contrario, è stato osservato che durante lo stoccaggio del frutto a 2-4 °C per 2-3 mesi non si osservano variazioni significative nell’attività di PPO.

 

Nell’ambito dell’attività sul melo è stata affrontata, in termini interdisciplinari, l’attitudine alla trasformazione dei prodotti di IV gamma. Sono state studiate le curve di respirazione delle cultivar di melo succitate, le mele sono poi state sottoposte a pre-trattamenti ed infine conservate in vaschette con imballi di film plastico semipermeabile.

 

C.7.Coltivazione dell’olivo nell’area DOP Colline dell’Ufita (AV) e nella regione Molise.

La sottoscritta ha partecipato ad un’attività che ha avuto come oggetto una ricognizione delle condizioni di coltivazione dell’olivo nell’area DOP Colline dell’Ufita e di uno studio preliminare per il comparto oleicolo-olivicolo della regione Molise. Tali studi hanno avuto l’obiettivodi individuare i punti deboli delle tecniche di coltivazione adottate e di stendere delle linee guida per l’ottimizzazione della tecnica colturale. Nell’ambito di quest’attività la sottoscritta ha analizzato le problematiche dell’impianto e della gestione della chioma nell’olivo in aree interne e collinari della Campania e del Molise per il mercato dell’olio extravergine di oliva a denominazione di origine. Questi aspetti sono stati curati  per la stesura delle linee guida in corso di pubblicazione.

 

                                                                                  

 

C.8.Relazioni tra comportamento vegeto-produttivo e qualità dei frutti nel pesco.

Proseguendo attività già iniziate nella precedente sede, è continuato lo studio del comportamento vegeto produttivo del pesco. Studi sono stati finalizzati alla comprensione delle componenti qualità e fattori che la determinano, al fine di raggiungere una più razionale gestione della pianta attraverso interventi che influenzano lo sviluppo e la maturazione del frutto.

 

Questa attività ha previsto la valutazione delle densità d’impianto più opportune per conseguire alte rese produttive ed elevate caratteristiche qualitative della produzione. Questa attività è documentato da un lavoro specifico svolto sulla nettarina May Glo in cui le distanze di piantagione osservate hanno evidenziato produzioni per ettaro significativamente diverse nei anni di studio e nel valore cumulato, e che anche l’efficienza produttiva è influenzata dai sesti d’impianto. La densità invece non ha determinato risultati sistematicamente differenziati sulle caratteristiche qualitative dei frutti, consentendo di concludere che le differenze di estensione delle finestre di luce dovute ai sesti d’impianto, non hanno determinato effetti sulla qualità della produzione.

 

Successivi studi sono stati stimolati dall’esigenza di approfondire le conoscenze sulle problematiche relative alla variabilità della qualità dei frutti di pesco in funzione di molteplici fattori legati all’eterogeneità della distribuzione degli assimilati. Infatti

 

 

 

 

la qualità dei frutti di pesco è variabile all'interno della pianta non in senso casuale ma in funzione di molteplici fattori legati all’eterogeneità della distribuzione degli assimilati e, più in particolare, alla posizione dei  frutti sulla pianta e alla dinamica dei rapporti di competizione di questi con gli altri sink.

Sulle cvs Springbright e Venus, sono stati realizzati studi sono del potenziale di crescita dei frutti in relazione alla disponibilità di assimilati ed ai rapporti di competizione dinamica con gli altri sink che, come altri Autori hanno evidenziato, consentono di comprendere le relazioni fisiologiche che sottendono gli interventi colturali.

 

L’analisi dei dati relativi al comportamento vegeto-produttivo dei rami mistiè stata condotta in relazione alla posizione sulla chioma e al numero di frutti alla raccolta per ramo misto.    

 

 

Le osservazioni derivate di questo studio, suggeriscono quindi la necessità di approfondire le ricerche sui rapporti source/sink al fine di individuare tecniche colturali più razionali, che comportano vantaggi di semplicità ed economicità nella gestione dell’impianto, basate su una maggiore efficienza della chioma grazie al raggiungimento di un equilibrio ottimale tra disponibilità e richiesta di carboidrati.

 

 

C.9.Sistemi ecocompatibili di colture arboree in ambienti meridionali.

Questo tema è stato sviluppato nell’ambito del Programma Operativo Multiregionale dal titolo Modelli di sviluppo eco-compatibili per la peschicoltura meridionale, finanziato da UE, MiPA, INEA. Tale progetto si è posto gli obiettivi di proporre modelli colturali per il comparto ‘pesco’ con ridotto impatto ambientale e in grado di produrre frutta di qualità riducendo i costi di produzione; è stato condotto uno studio per individuare le tipologie di impianto più innovative per la peschicoltura italiana, che esaltino le potenzialità produttive dell’ambiente associando una buona produttività, ottime caratteristiche qualitative, basso impiego di manodopera. Le attività hanno riguardato essenzialmente il confronto fra forme di allevamento che consentano una valutazione dell’efficienza dei sistemi d’impianto attualmente utilizzati, rispetto a tipologie di impianto innovative in corso di sviluppo nell’areale, e che meglio esaltino le caratteristiche dell’ambiente ai fini dell’esercizio di una peschicoltura a basso impatto ambientale.

 

Nell'estate 2000, inerente alle tematiche di ricerca in oggetto, ha ottenuto una borsa di studio CNR per un programma di scambi internazionali per la mobilità di breve durata. Il programma di ricerca, dal titolo: Modelli di crescita per piante arboree da frutto, era focalizzato sullo studio delle relazioni fisiologiche che presiedono alla crescita delle piante arboree e all’ottimizzazione della produzione di piante da frutto per un’agricoltura sostenibile.

 

Ha svolto, presso il Department of Horticultural Sciences ‘Fruit crop physiology program, Cornell University’, NYSAES, Geneva, NY, USA, sotto la guida del Professor A.N. Lakso responsabile di programmi di ricerca internazionali nell’ambito di sistemi di fisiologia delle piante arboree, un progetto che riguardava l’acquisizione di metodologie moderne di studio dell’attività vegetativa e radicale mediante l’uso di modelli. Il periodo di ricerca era finalizzato all’approfondimento della conoscenza dei fenomeni che sottendono ai meccanismi di fisiologia dei carboidrati in due specie arboree e tutte le fasi di rilevazione di campo e di elaborazione e analisi dati, in cui si articolano le ricerche che utilizzano la modellistica. Tale esperienza ha consento di sviluppare successivi rapporti di scambio scientifico consentendo lo svolgimento di ulteriori programmi in collaborazione.

 

C.10. Studio del germoplasma locale di diverse specie da frutto.

Sono state affrontate problematiche inerenti le specie: vite, albicocco e pistacchio, soprattutto ai fini della conservazione della biodiversità e alla possibilità di identificare genitori utili ai fini del miglioramento genetico, facendo ricorso a tecniche tradizionali ed approcci di biologia molecolare ed analisi d’immagine.

 

C.11. Impiego di bioregolatori ai fini del controllo vegetativo e produttivo di diverse specie da frutto

In particolare con ricerche su pesco ed albicocco per l’applicazione di eteroauxine, in particolare sono stati utilizzati i principi 3,5,6-TPA e 2,4-DP in quanto recenti studi hanno evidenziato una maggiore costanza d’azione ed un’elevata efficacia a dosi relativamente più basse.

 

C.12.Indagini di carattere vegeto-produttivo ed ecofisiologico su pesco, actinidia, albicocco.

Studio affrontato per determinare le correlazioni esistenti tra parametri produttivi, qualitativi e le caratteristiche della chioma. Inoltre, su actinidia, ha effettuato studi per valutare gli effetti di differenti gradi di ombreggiamento della chioma in relazione agli aspetti quali-quantitativi della produzione. Il lavoro di carattere ecofisiologico ha previsto un approccio geometrico per la stima della quantità di luce intercettata da una chioma e richiede rilievi di attività fotosintetica di piante.

 

C.13.Studi di biotecnologia

Attività di ricerca relativa alla trasformazione genetica di Vitis vinifera attraverso Agrobacterium tumefaciensquale vettore per introduzione in specie arboree di geni in grado di conferire resistenze ai patogeni fungini. Tale studio, iniziato durante il dottorato di ricerca della sottoscritta in collaborazione con l’Istituto per il Miglioramento Genetico della Vite Geilweilerhof in Germania, è proseguito anche negli anni seguenti.

 

 

D. ALTRE ATTIVITA’ E INCARICHI

  • PRIN approvato per il biennio 2006-2008: Ruolo di metaboliti primari e secondari nella diversa suscettibilità varietale di Vitis vinifera L. alla tignoletta ed alla tignola della vite e loro utilizzazione per un controllo ecocompatibile.
  • Progetto POR Molise 2000-2006 – Misura 3.12 – progettoRE003 dal titolo Innovazione tecnologica della filiera vite-vino; responsabile scientifico per le attività: OR1-Caratterizzazione genetica dei principali vitigni coltivati in Molise e OR2-Studio dell’interazione tra genotipo e ambiente, di un sistema di monitoraggio delle maturazioni e di un sistema di precisione in viticoltura.
  • Programma interregionale Agricoltura e qualità – Ricerca e sperimentazione. Trasferimento e programmi a forte contenuto innovativo in convenzione con la Regione Molise; responsabile scientifico del progetto Zonazione viticola. Campomarino.
  • Responsabile scientifico per Borse di Studio Post-Lauream presso l’Università del Molise.
  • Ha svolto 13 mesi di attività di ricerca in Germania (Istituto per il Miglioramento Genetico della Vite Geilweilerhof, Siebeldingen)
  • Ha svolto 3 mesi di attività di ricerca negli Stati Uniti (Department of Horticultural Sciences, Cornell University, NYSAES, Geneva).
  • Presidente della Commissione Tirocini del corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrariepresso l’Università del Molise.
  • Commissione per la rimodulazione del corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie presso l’Università del Molise.
  • Membro del collegio dei docenti del Dottorato di Ricerca in Biotecnologie degli Alimenti presso l’Università del Molise.
  • Membro del Comitato Vitivinicolo Regionale della Regione Molise.
  • Delegato Regionale per la Societàdi Orto-floro-frutticoltura Italiana.
  • Numerose volte in commissione per Esami per l’Abilitazione alla Professione di Agronomo
  • Componente di commissione valutatrice in due concorsi per posti di ricercatore ed un concorso per l’assegnazione di assegno di ricerca.

 

 

E. RELAZIONI PER INVITO A CONVEGNI

  • 25 settembre 2009, Campobasso – Accademia dell’Olivo e dell’Olio – Tornata in Molise - La coltivazione dell’olivo: tecniche e innovazioni nell’olivicoltura molisana.
  • 13 dicembre 2008, San Marco dei Cavoti (BN) – I piaceri del palato: dalla pasta al cioccolato, ricerca e ricercatezza nel settore agro-alimentare – Gestione del filare per una qualità di filiera.
  • 27 novembre 2008, Torrecuso (BN) – Accademia dei Georgofili - Evoluzione e modificazioni della tecnica colturale nella viticoltura meridionale - Riflessioni sulle esigenze di meccanizzazione ed irrigazione.
  • 29 agosto 2008, Castelfranci (AV) – Festa dell’Aglianico - La corretta gestione del vigneto condizione essenziale per vini di pregio.
  • 11 novembre 2007, Mirabello (CB) – Sapori del Molise - Gestione del vigneto per produzioni enologiche di qualità.
  • 13 dicembre 2006, Napoli – E’ opportuno impiegare vitigni internazionali nelle zone vocate del Centro Sud Italia o è preferibile proseguire con i vitigni locali? - Tavola rotonda.
  • 7 dicembre 2006, Tufo (AV) – Qualità e mercato della filiera vitivinicola - Riflessioni per una viticoltura di qualità.
  • 11 giugno 2006, Castel Campagnano (CE) – Qualità, tutela e associazionismo: armi vincenti per il mercato – Riflessioni per un’efficiente viticoltura di qualità.
  • 3 febbraio 2006, Ercolano (NA) – Sapori, vini e Vulcani: Tavola rotonda.
  • 4 novembre 2005, Aversa (CE) - Valorizzazione delle produzioni vitivinicole in provincia di Caserta - Quali tecniche agronomiche adottare per un’efficiente viticoltura di qualità.
  • 4 settembre 2005, Torrecuso (BN) - Convegno vino-estate, 21° edizione: Vino e territorio, quale futuro per il Taburno? -Riflessioni per un’efficiente viticoltura di qualità.

 

  • 5 giugno 2005, Napoli - Convegno nazionale annuale dell’associazione delle Donne del Vino: Donne e vino, mito storia e realtà attuale -Riflessioni per un’efficiente viticoltura di qualità.
  • 3 ottobre 2004, Casale di Carinola (CE) - VI festa della Vendemmia 2004 - Influenza delle tecniche colturali sul potenziale enologico delle uve.
  • 3 settembre 2004, Torrecuso (BN) - La ricerca: strumento di crescita nell’areale del Mezzogiorno - Gestione della chioma ed efficienza vegeto-produttiva nel vitigno Falanghina: primi risultati sperimentali.
  • 9 agosto 2004, Guardia Sanframondi (BN) - Vinalia- Forme di allevamento per uve ad elevato potenziale enologico.

 

  • 3 luglio 2004, Nola (NA) - Accademia Italiana della cucina: I frutti del Vesuvio - Albicocco: il germoplasma campano.
  • 25 ottobre 2003, Lapio (AV) - In Hirpinia vinum, Simposio internazionale: Cultura della vite e vocazione enologica Irpina tra rivelazione e memoria. Assessorato allo sviluppo ed attività produttive della provincia di Avellino - Quali scelte di gestione della chioma di vite per la produzione di uve ad elevato potenziale enologico?

 

  • 24 novembre 2002, Fornelli (IS) - Olivicoltura biologica fra tradizione ed innovazione - Tecniche di coltivazione dell’olivo.